Leggere Nietzsche

A 30 anni circa Nietzsche scrisse la stessa cosa di Platone:
"Vi sono buone ragioni per consigliare ai giovani non già di affidarsi alla guida di casuali ed accademici filosofi di mestiere, bensì di leggere Platone. Essi dovranno soprattutto disimparare ogni sorta di sotterfugi, diventando semplici e naturali.
Pericolo di cadere in cattive mani" (Frammenti postumi III).
Un filosofo come Nietzsche è odiato dalla chiesa e dal papa - e non a caso; è falsificato dai professori di filosofia i quali non lo hanno capito...Non sono queste delle buone ragioni per leggere Nietzsche.
Cominciamo da questo suo pensiero: Io non sono un uomo, sono dinamite

Leggerlo è facile: capirlo difficile.

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Fast hai scritto: leggerlo è facile, capirlo difficile

Difficile in sé? Ci andrei piano.
Se noi partiamo - magari col consiglio di qualche professore universitario di filosofia (forse un barone) - dall’edizione rilegata delle Opere Complete di Nietzsche pubblicata da Adelphi composta da 22 volumi più 6 dell’Epistolario – e a questi monumenti ci aggiungiamo tutti i volumi di Heidegger, Severino, ecc….non ne veniamo più fuori: Nietzsche appare così un filosofo troppo difficile, per soli addetti ai lavori. Ci rinunciamo. Se poi ci è capitato di leggere saggi o articoli che parlano della “volontà di potenza” di Nietzsche, dell’ “eterno ritorno dell’uguale”, della “morte di Dio”, ecc. questi saggi sì veramente illeggibili…allora ci diciamo che Nietzsche non fa per noi.
Tutti questi approcci ci hanno fatto allontanare da Nietzsche, ci hanno portato a non leggerlo più o dopo averlo letto a sentenziare: difficile capirlo!
Dunque la via da seguire deve essere un’altra, sempre che noi ci vogliamo avvicinare a Nietzsche o che Nietzsche ci attragga.
Qualcosa a nostra portata di mano. Tra settembre e dicembre del 1888 – anno cruciale per Nietzsche, ultimo anno prima del crollo psichico del gennaio 1889 – egli scrisse tre libri:
1. L’anticristo
2. Crepuscolo degli idoli
3. Ecce homo (che è un tipo di autobiografia intellettuale).
Questi tre volumi li troviamo insieme in un unico libro economico (€ 5,00) dei Grandi Tascabili Economici Newton.
Saltiamo tutte le introduzioni scritte dai curatori…dove troveremmo ancora concetti metafisici come “volontà di potenza”, “eterno ritorno”…insomma quelle rappresentazioni concettuali per le quali Nietzsche poi appare un autore difficile e dunque da lasciar perdere, e iniziamo a leggere l’autobiografia: “Ecce homo. Come si diventa ciò che si è”. E’ una retrospettiva in ordine cronologico dei libri scritti da Nietzsche. Ma la cosa importante è che finalmente “lasciamo parlare Nietzsche”, proprio lui. Abbiamo così messo giustamente da parte tutte le forme di rappresentazione di Nietzsche che falsificano Nietzsche. No, ora Nietzsche è davanti a noi e ci parla. Ecce homo nel volume dei Tascabili Economici Newton è compreso tra la pagina 187 e 264. Si tratta insomma di sole 77 pagine.
Nietzsche ci parla dalla prima pagina di Ecce homo, sua ultima opera prima della malattia mentale. Del titolo di questo libro, Nietzsche scrive a un suo amico da Torino il 26 novembre 1888: “Questo homo infatti sono io, compreso l’ecce; il tentativo di propagare un po’ di luce e di spavento sul mio conto mi sembra riuscito sin troppo bene. L’ultimo capitolo ad esempio ha l’inquietante titolo: ‘Perché sono un destino’ “ (Lettere da Torino)
Proprio lui a fine novembre 1888 – aveva 44 anni – ci dice (così comincia Ecce homo):
“Prologo.
1. In previsione del fatto che fra breve dovrò affrontare l’umanità con l’esigenza più grave che le sia mai stata posta, mi sembra necessario dire chi sono. In fondo è possibile che lo si sappia già: poiché non ho mai mancato di “dare testimonianza di me”. Ma la discrepanza tra la grandezza del mio compito e la piccolezza dei miei contemporanei si manifesta nel fatto che non mi hanno udito o anche soltanto visto. Vivo a mio proprio credito, forse è solo un pregiudizio, che io viva?...” (p. 187)

Questo libro – queste 77 pagine - va letto pagina dopo pagina…e vi giuro che non mi sono mai divertito tanto leggendo un libro. Del resto Nietzsche stesso voleva lettori gai per la sua “gaia scienza”.
Il libro tratta retrospettivamente tutti i libri principali da lui pubblicati da “La nascita della tragedia” in poi. E vi troverete anche critiche (autocritiche) di questi libri e perciò saprete dopo aver finito di leggere Ecce homo, cos’altro leggere e cosa non leggere. Insomma il libro è una guida a Nietzsche scritta da lui stesso. E’ Nietzsche stesso avendo scritto questa “Guida” ad aiutarci a lasciar perdere tutte le “serie e professionali” interpretazioni del suo pensiero.

Allora, buona lettura!
Fast, fidati: leggere può essere capire, deve essere capire

A dar credito a quanto è stato detto e scritto su Nietzsche pare che leggere sia travisare.
Ad ogni modo i filosofi sono come la ruota di un timone, mandano la nave secondo come la giri.

Propongo, sana ignoranza come antidoto alla cultura mal digerita.

Una cultura incompresa (mal compresa) è ignoranza negata.

L'unica salvezza è l'ignoranza rivelata, grassa ed evidente.


Wilmaaaaaaaa! La clava!

I filosofi travisano e portano la filosofia dove vogliono loro?
Beh, allora dovremmo eliminare la filosofia?
Che ci sia sempre un lavoro di interpretazione è innegabile.
Occorre amare per conoscere, o senza parole grosse: occorre che l’autore ci riguardi da vicino, occorre che noi proviamo simpatia per lui, che ci sia un rapporto di affinità. Questa è la condizione necessaria perchè leggere e capire vadano insieme.
Cmq non voglio fare le cose più facili di quello che sono. E' evidente che occorre anche uno studio, una "ricerca".

Non i "Filosi": essi cercano, sono uomini in un lungo corridoio buio ,ognuno con un fiammifero; spesso urtano contro volte troppo basse o si sperdono in caverne troppo ampie: a volte riescono a radunarsi in un puto ed a fare piu luce ma il più delle volte la fiammella si spegne prima di trovare un'uscita.
Sono i "lettori dei filosofi" che usano la filosofia come una timone per dirigere la loro nave dove vogliono.

Fast,
sono gli "addetti ai lavori" quelli che bisogna mandare a fanculo; gli addetti ai lavori con tutti i loro giganteschi apparati anonimi e burocratuci: università, dispositivi di ricerca, case editrici, riviste specialistiche...
Tutte queste strutture non servono a chiarire o spiegare quello che Nietzsche ha pensato. Sono istituzioni autoreferenziali e "autistiche".
Fanculo! I loro veri obiettivi sono i dispositivi dei corsi e degli esami burocratici, delle pubblicazioni, delle carriere e delle "politiche culturali" dei partiti politici.
Se tu pensi che Nietzsche abbandonò filologia e filologi - che erano allora considerati i massimi esperti addetti ai lavori sui testi antichi..., puoi capire quanto poco o nulla Nietzsche possa essere "presentato" dagli addetti ai lavori suddetti, ma da questi solo rappresentato (rap-presentato= ripresentato e tradito), questo sì.
E' in questo modo che viene rimosso il Philein (la corrispondenza, l'amicizua verso il sapere) che è l'essenziale della filosofia e dunque anche della filosofia di Nietzsche.