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Quello che la sinistra non ha il coraggio di fare.

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Messaggio  doc Mar Nov 11, 2008 4:30 pm

Qui si spiega perché solo un governo berlusconiano poteva fare queste politiche di sinistra

Se volete capire una delle anime, anzi l’anima propulsiva dell’ultimo governo Berlusconi, leggetevi il saggio – da qualche giorno in libreria – di Giuliano Cazzola “Il riformista tradito” (sottotitolo: le storie e le idee di Marco Biagi, Boroli editore, 142 pagine, 14 euro). Il parlamentare di Forza Italia, già dirigente della Cgil, spiega con chiarezza “la cultura” dietro alle scelte di due ministeri strategici come quelli di Renato Brunetta e Maurizio Sacconi, naturalmente inquadrati dai conti di Giulio Tremonti. Le scelte sulle politiche del lavoro e sulla pubblica amministrazione, decisive per ridare efficienza al sistema Italia, non sono improvvisate ma sorrette da una impostazione ben ponderata. E di questa strategia perno è il pensiero dello studioso dei problemi del lavoro Marco Biagi assassinato dalle Br il 19 marzo del 2002. Un pensiero che viene dalla lunga storia del riformismo socialista. Nel Secondo dopoguerra da uomini come Giacomo Brodolini e Gino Giugni. Quest’ultimo ebbe parte essenziale nel definire le linee del governo Craxi negli anni Ottanta quando le Br assassinarono un altro intellettuale di rango come Ezio Tarantelli anche lui impegnato a riformare il mercato del lavoro. In questa tradizione culturale che veniva da lontano – racconta Cazzola – Biagi seppe introdurre intuizioni preziose, strettamente legate al mercato per quello che era (in sintonia con gli obiettivi indicati dall’Unione europea a Lisbona nel 2000), evolvendo il già molto innovativo giuslavorismo di marca riformista.

Ma se il pensiero di Biagi è così vittorioso e determinante nel governo Berlusconi, perché parlare di riformista tradito? Le idee di Biagi hanno vinto sia con i fatti – il mercato del lavoro è migliorato grazie ai provvedimenti da lui impostati e l’occupazione in generale è aumentata mentre quella a tempo indeterminato non è crollata, come osservatori malevoli prevedevano – sia con i riconoscimenti politici: Cesare Damiano ministro del Lavoro del governo Prodi fece approvare (nonostante Rifondazione) nel luglio 2007 un accordo tra esecutivo, sindacati e Confindustria che nelle sue linee fondamentali riconfermava la legge del centrodestra ispirata dal professore bolognese. Accordo tra mille sbandamenti firmato anche dalla Cgil, nonostante un congresso di questa organizzazione di poco tempo prima la impegnasse ad abolire parti essenziali della legge Biagi. Un risultato tanto più importante perché a ratifica dell’accordo tre milioni di lavoratori su quattro in un referendum voluto dai sindacati diedero di fatto l’assenso alla “legge”.

L’eredità di Biagi
Però se le idee di Biagi hanno vinto, lui è stato assassinato e la sua mancanza pesa. Un libro che ricostruisce tanti episodi vissuti insieme da Biagi e Cazzola, non può, dunque, che partire dai comportamenti di chi per demagogia, stupidità o codardia lo “tradì” quando era in vita. Dagli esponenti della comunità scientifica di cui Biagi faceva parte (nonostante colleghi di valore come Tiziano Treu e Pietro Ichino che, pur dissentendo su alcuni punti, condivisero molto della sua impostazione) che organizzarono contro il professore “collaboratore” del governo di centrodestra una demagogica campagna di denuncia. Dalla Cgil (e di questo Sergio Cofferati si è poi pubblicamente in qualche modo scusato) che, scatenata contro il governo Berlusconi, non mancò di insultare lo studioso (il suo libro bianco fu definito limaccioso). Così anche da ambienti del governo che per gravissima sbadataggine non previdero una scorta per il professore bolognese: e non è un risarcimento adeguato il fatto che poi tutti gli assassini di Biagi vennero assicurati alla giustizia. Parliamo del tradimento degli ambienti che avrebbero dovuto mantenere un atteggiamento responsabile, non dei vari estremisti o mattocchi come Beppe Grillo che ha denunciato Biagi come ispiratore di un nuovo schiavismo.

L’idiozia e l’estremismo non sono sradicabili in una società aperta, la codardia, la demagogia e la sbadataggine degli ambienti responsabili, invece, possono essere contenuti più di quello che è avvenuto in Italia. E avviene anche oggi. Ma come mai la cultura riformista socialista sta ispirando un governo di centrodestra? Perché questa cultura (nel libro sono riportate anche le ultime iniziative riformiste approntate da Brunetta e Sacconi) ha una profonda anima liberale largamente in sintonia non solo con l’asse centrale del governo ma anche con quei soggetti sociali che in modo più moderno vogliono cambiare la gestione del mercato del lavoro italiano (primi tra tutti la Cisl di Raffaele Bonanni e la Federchimica di Giorgio Squinzi) e che in questo impegno trovano un interlocutore migliore nell’attuale governo che in quello della sinistra. Giovanni Agnelli con il suo abituale cinismo diceva che solo un governo di centrosinistra poteva fare una politica di destra. Pensava innanzi tutto a un regime di salari bassi e a regali per la Fiat. E queste attese sono state puntualmente soddisfatte anche dall’ultimo governo Prodi. Paradossalmente si può dire che solo un governo berlusconiano può fare una politica di sinistra: abbattere diffusi privilegi corporativi, ridare fiato al merito contro la discriminazione di classe, sostenere una politica di pieno impiego, costruire un contesto in cui possa ripartire una seria politica salarialista. Solo qualche disperato intellettuale di sinistra può pensare che i Berlusconi’s blue collar, così come quelli reaganiani, si orientino a destra perché vedono troppa Isola dei famosi in tv. Chi vive del suo lavoro e conosce le asprezze della vita, di solito sa fare anche due conti.

di Lodovico Festa
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Messaggio  zorababela Mar Nov 11, 2008 5:40 pm

"Ma se il pensiero di Biagi è così vittorioso e determinante nel governo Berlusconi, perché parlare di riformista tradito? Le idee di Biagi hanno vinto sia con i fatti – il mercato del lavoro è migliorato grazie ai provvedimenti da lui impostati e l’occupazione in generale è aumentata mentre quella a tempo indeterminato non è crollata, come osservatori malevoli prevedevano"

Avviso: sarò molto ma molto polemica.

L'occupazione in generale è aumentata? Ma andiamo avanti a prenderci per il culo o cosa?
Un milione di nuovi posti di lavoro della durata di due mesi?

La riforma Biagi ha introdotto di fatto quelle associazioni per delinquere legalizzate chiamate agenzie interinali. Di fatto, agenzie che affittano lavoratori per uno, due, tre mesi alle aziende, con possibilità di rinnovare il contratto interinale per un massimo di tre volte.
Leggesi, nel migliore dei casi, 9 mesi.
Scaduti i 3 rinnovi, l'azienda può decidere di assumerti o di lasciarti a casa.
Guarda caso però tutte e sottolineo tutte le aziende, se decidono di assumerti, lo fanno con contratto a tempo determinato, di 3 o 6 mesi, rinnovabile per un massimo di 2 o 3 volte (mi pare due ma non sono sicura)
Li fate voi i conti?
Nel migliore dei casi abbiamo 3 interinali rinnovati di 3 mesi e 2 tempi determinati rinnovati di 6 mesi.
In questo periodo il lavoratore non potrà - nei fatti - prendere ferie o permessi perché avrà sempre l'incubo di essere "mal visto" dall'azienda, data la costante imminenza della scadenza del contratto.
Dovrà accettare qualsiasi mansione aggiuntiva che l'azienda deciderà di imporgli senza fiatare.
Avrà insomma tutti gli oneri del dipendente normale ovviamente peggiorati dato che - di fatto - tutele zero; e nessun onore, nei fatti, dato il terrorismo psicologico attuato.

Non venitemi a parlare, per cortesia, di soggetti meritevoli che vengono assunti a tempo indeterminato da subito.
Palle, colossali palle.
Nessuna azienda, avendo la possibilità di tenere un dipendente sulle spine per 2 anni circa, avrà l'interesse a prenderselo in carico da subito a tempo indeterminato.

E ho citato il migliore dei casi.
Poi si potrebbe parlare dei contratti non rinnovati, delle truffe legalizzate della formazione - ti fanno entrare con corso di formazione per due settimane, retribuito dopo 90 giorni, a 4 euro lordi l'ora, mentre alle aziende arrivano 100 euro l'ora circa...

Tornando alle agenzie interinali, per legge il loro è un contratto di "somministrazione lavoro" che tutte e sottolineo tutte spacciano per tempo determinato.
Altra palla colossale.
Il tempo determinato prevede l'obbligo di preavviso, il contratto di somministrazione, no.
Eppure - fate la prova - vi sottopongono un contratto con una clausola capestro:

"Le parti si impegnano a dare esecuzione al contratto per l'intero periodo convenuto, salvo il caso di mancato superamento del periodo di prova o della sopravvenienza di una giusta causa di recesso. Qualora il lavoratore receda dal presente contratto prima della scadenza del termine stabilito, senza che ricorrano ipotesi di giusta causa, il medesimo, anche in diretta connessione ai danni che l’ingiustificato recesso possono arrecare alla Società in relazione – ad esempio- ai costi sostenuti per il Suo alloggiamento, sarà tenuto a corrispondere alla Società, a titolo di risarcimento danni - ai sensi dell’art. 1382 c.c.,- una somma pari alla normale retribuzione prevista per le giornate lavorative comprese tra la data di recesso anticipato e quella del termine contrattuale convenuto; il risarcimento di cui sopra non sarà dovuto qualora il lavoratore avrà comunicato il recesso in forma scritta con un preavviso di almeno 30 giorni di calendario"

e qui mi fermo.
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Messaggio  doc Mer Nov 12, 2008 1:31 am

L'occupazione in generale è aumentata? Ma andiamo avanti a prenderci per il culo o cosa?
Un milione di nuovi posti di lavoro della durata di due mesi?

Te la dico come mi viene. Meglio un milione di posti di lavoro della durata di due mesi che zero posti di lavoro. Che siano poi due mesi per ciascuno vorrei leggerlo da qualche parte.

La riforma Biagi ha introdotto di fatto quelle associazioni per delinquere legalizzate chiamate agenzie interinali. Di fatto, agenzie che affittano lavoratori per uno, due, tre mesi alle aziende, con possibilità di rinnovare il contratto interinale per un massimo di tre volte.

Esistevano già alcune erano strutturate sotto forma di cooperative con lavoratori specie in edilizia che facevano lavori stagionali ed in affitto con possibilità di contratto a tempo determinato e forse indeterminato (difficile anche prima). oggi sono cambiati i numeri (aumentati sempre con brevi contratti).

Leggesi, nel migliore dei casi, 9 mesi.
Scaduti i 3 rinnovi, l'azienda può decidere di assumerti o di lasciarti a casa.
Guarda caso però tutte e sottolineo tutte le aziende, se decidono di assumerti, lo fanno con contratto a tempo determinato, di 3 o 6 mesi, rinnovabile per un massimo di 2 o 3 volte (mi pare due ma non sono sicura)

E fanno bene. ll dipendente costa più per nei contributi che nelle ore lavorate. trovare collaboratori validi è sempre più difficile. Il mercato è elastico e dinamico la forza lavoro purtroppo non è sempre necesseria nella stessa quantità. Forti cure dimagranti hanno salvato la piccola e media azienda. La piccola per la verità non cresce a causa dei costi e del sistema ingessato sopra i quindici dipendenti. Quindi tutti sotto, vita da nani, in un sistema internazionale di giganti.

Li fate voi i conti?
Nel migliore dei casi abbiamo 3 interinali rinnovati di 3 mesi e 2 tempi determinati rinnovati di 6 mesi.
In questo periodo il lavoratore non potrà - nei fatti - prendere ferie o permessi perché avrà sempre l'incubo di essere "mal visto" dall'azienda, data la costante imminenza della scadenza del contratto.
Dovrà accettare qualsiasi mansione aggiuntiva che l'azienda deciderà di imporgli senza fiatare.
Avrà insomma tutti gli oneri del dipendente normale ovviamente peggiorati dato che - di fatto - tutele zero; e nessun onore, nei fatti, dato il terrorismo psicologico attuato.

Una vita in ansia perenne come molti neolaureati, che si accontentano di lavorare quasi gratis. ci siamo passati tutti sotto i trenta ed anche sopra.
Meglio che stare a casa a guardare il soffitto. Gavetta.


Non venitemi a parlare, per cortesia, di soggetti meritevoli che vengono assunti a tempo indeterminato da subito.
Palle, colossali palle.
Nessuna azienda, avendo la possibilità di tenere un dipendente sulle spine per 2 anni circa, avrà l'interesse a prenderselo in carico da subito a tempo indeterminato.

Una volta si chiamava praticantato oggi la sinistra lo definisce precariato.
Solo un pazzo ti fa firmare un contratto a tempo indeterminato dopo tre mesi.


E ho citato il migliore dei casi.
Poi si potrebbe parlare dei contratti non rinnovati, delle truffe legalizzate della formazione - ti fanno entrare con corso di formazione per due settimane, retribuito dopo 90 giorni, a 4 euro lordi l'ora, mentre alle aziende arrivano 100 euro l'ora circa...

Mi fido non conosco il metodo.

Tornando alle agenzie interinali, per legge il loro è un contratto di "somministrazione lavoro" che tutte e sottolineo tutte spacciano per tempo determinato.
Altra palla colossale.
Il tempo determinato prevede l'obbligo di preavviso, il contratto di somministrazione, no.

Un pravviso ci vuole non puoi portare via gli zebedei quando vuoi serve un preavviso. Io personalmente sono rimasto a piedi più di una volta causa mancato preavviso da parte del collaboratore.

Eppure - fate la prova - vi sottopongono un contratto con una clausola capestro:
"Le parti si impegnano a dare esecuzione al contratto per l'intero periodo convenuto, salvo il caso di mancato superamento del periodo di prova o della sopravvenienza di una giusta causa di recesso. Qualora il lavoratore receda dal presente contratto prima della scadenza del termine stabilito, senza che ricorrano ipotesi di giusta causa, il medesimo, anche in diretta connessione ai danni che l’ingiustificato recesso possono arrecare alla Società in relazione – ad esempio- ai costi sostenuti per il Suo alloggiamento, sarà tenuto a corrispondere alla Società, a titolo di risarcimento danni - ai sensi dell’art. 1382 c.c.,- una somma pari alla normale retribuzione prevista per le giornate lavorative comprese tra la data di recesso anticipato e quella del termine contrattuale convenuto; il risarcimento di cui sopra non sarà dovuto qualora il lavoratore avrà comunicato il recesso in forma scritta con un preavviso di almeno 30 giorni di calendario"

e qui mi fermo.[/quote]

Mi sembra giusto non possono lasciarli in braghe di tela te lo devono dire per iscritto con congruo anticipo. Adesso faccio un copia incolla del contratto capestro
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Messaggio  missmarple Mer Nov 12, 2008 2:42 am

QUOTO Doc.



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Messaggio  zorababela Mer Nov 12, 2008 5:18 am

no doc, mi dispiace ma l'ho vissuta da entrambe le parti. ho fatto gavetta, e tanta, e so cosa significa.
così come ho dovuto accollarmi il rischio di assumere personale anche a tempo indeterminato: a volte è andata bene, altre male. dipende dalle persone.

ma non c'è nulla di più criminale a mio avviso nel concepire una riforma del lavoro che consente alle aziende di delinquere socialmente, nel vero senso della parola.
così come ritengo criminale mantenere il costo del lavoro tra i più elevati d'Europa.
così come ritengo miope non prevedere forme di iresponsabilizzazione per i dipendenti - obbligatorie per le aziende - che prevedano un incentivo per i lavoratori, introducendo per esempio la flessibilità salariale ma partendo da un minimo garantito, a fronte di defiscalizzazioni per le imprese che applicano questo modello.

e invece che fanno? altra genialata: la detassazione degli straordinari. e a che cosa sta portando quest'immensa e sfavillante (scusa COSA Smile ) trovata?
da noi per esempio neanche gli interinali vengono più assunti a 8 ore. preferiscono prenderli a 4 o 6 ore per poi "obbligarli" a fare straordinari, perché siccome sono detassati, alle aziende conviene di più.
*applausi*


prima della Biagi c'era la Treu e quella era una seria legge di introduzione al mondo del lavoro, comunque molto migliore di questa schifezza perché è stata concepita pensando realmente sia al bene delle parti in causa sia al bene comune: tempo determinato per massimo due anni, poi o dentro o fuori. nel frattempo, incentivi e defiscalizzazioni alle aziende per le assunzioni a tempo determinato.
i due anni servivano come prova ma la durata dei contratti era di 6 mesi o un anno, rinnovabili massimo due volte. e la visione del lavoratore e dell'azienda stessa erano differenti rispetto ad ora: l'azienda assumeva in prova nell'ottica di investire e formare il dipendente; il dipendente si sentiva realmente in prova e in formazione, ma con più respiro rispetto ad ora.

sappiamo tutti benissimo come è usata la legge Biagi, per cui davvero... non prendiamoci per i fondelli e cerchiamo di avere una visione più oggettiva, a tutela non di una parte o di un'altra (non mi interessano le partigianerie) ma per cercare di elevarsi e capire davvero quale potrebbe essere una soluzione buona per tutti.

ricordo esimie lezioni del signor Ichino che illustrava a noi, associazione di imprese e dunque delegati ad assistere le aziende nelle trattative sindacali coi dipendenti, come applicare la legge Biagi - fresca di approvazione - in modo diciamo "conveniente" per l'azienda. era il 2003, neanche tanto tempo fa.
devo spiegarmi meglio, forse?

la legge Biagi è applicata indiscriminatamente e in modo CRIMINALE, lo sottolineo, a TUTTI i settori, a quasi ogni mansione e livello, anche quelli impiegatizi medio-alti.
dunque non parlo solo di operai e mano d'opera generica, né di stagionali o di ragazzini e di chi deve fare gavetta, perché c'è gente over 40 in interinale per due mesi trattata alla stessa stregua di ragazzini neodiplomati o neolaureati.
siamo ai livelli di schiavismo legalizzato.
e non parlo per sentito dire.
dove lavoro, l'80% degli interinali è composta di gente over 35 che viene scelta apposta perché è già formata e dà più affidamento.
peccato che sia trattata alla stessa stregua di un apprendista. ah, tra parentesi... a voi la parola "apprendista" cosa fa venire in mente?
a me al massimo un ragazzo fino a 25 anni, a esagerare.
ebbene, la bellissima e meravigliosa legge Biagi prevede di poter assumere - in qualità di apprendista per 3 anni - persone fino ai 28 anni di età.
ciò significa che uno fino a 31 anni è un apprendista (datevi un'occhiata ai contrattini standard per apprendisti e poi mi direte)
rido. sono diventata quadro aziendale a 30 anni e di certo non mi sento né mi sentivo più furba, intelligente o preparata di un neolaureato di adesso.
e poi si lamentano dei bamboccioni...

vogliamo poi aprire il capitolo dei guasti sociali provocati dalla Biagi?
l'interinale, la somministrazione, il lavoratore in affitto, lo job sharing, il cocopro, la collaborazione occasionale (se superi i 5000 anno devi aprire partita IVA che per certi settori significa in automatico una presunzione di guadagno...) e altre cazzate simili NON producono qualità né formazione di forza lavoro qualificata, ma quantità modello catena di montaggio.
e hanno favorito - ma tanto tanto tanto - il lavoro nero.
è stato completamente ribaltato lo spirito di introduzione al mondo del lavoro, con un livellamento generalizzato verso il basso, sia come prestazioni professionali sia come salari che come qualità del lavoro.
per non parlare poi della falsa formazione.


poi doc, cosa significa "fanno bene" coi contratti capestro? ma scherziamo? mi fai un contratto di somministrazione di due mesi che PER LEGGE non prevede obbligo di preavviso e poi mi sottoponi un documento simile? ma io ti denuncio, come prima cosa, per quel che può servire...
vuoi il preavviso? mi assumi a tempo determinato, anche per tre mesi e a quel punto avrai il tuo mese di preavviso.

ma al di là di questo siamo alle solite: c'è una visione del dipendente a mio avviso contaminata per cui, in automatico, chi è dipendente ha la fannulloneria nel sangue.
beh, non ci sto a questa visione.
non si può pretendere che tutti abbiano testa, capacità, volontà e soprattutto mezzi per mettersi in proprio così come non è giusto ritenere che chi decide di essere un semplice dipendente sia un potenziale parassita.
tantomeno è giusto pensare di poter sfruttare la gente unicamente perché ti fanno la riformina ad hoc che ti permette ampi margini di manovra.

poi attenzione... credo sia ora di smentire il luogo comune che un dipendente non sia facilmente licenziabile.

il rischio - se possiamo definirlo così - riguarda solo le aziende con più di 15 dipendenti perché per legge, se perdi la causa, c'è il reintegro nel posto di lavoro o un risarcimento cospicuo.
ma ormai queste aziende non rischiano più: preferiscono "incentivare all'esodo" il dipendente con un annetto di stipendio e via, problema risolto.

ma sotto ai 15 dipendenti c'è praticamente il far west.
basta una srl con meno di 15 dipendenti e un capitale sociale di 5000 euro, e lo puoi lasciare a casa dalla sera alla mattina, senza stipendio e puoi permetterti pure il lusso di non pagargli tfr o di rilasciargli le buste paga, impedendogli così di ricorrere a un 700 o a un decreto ingiuntivo: senza buste paga non c'è un credito esigibile immediatamente.
e quel poveraccio, per vedere riconosciuti i suoi diritti acquisiti, dovrà per forza far causa che - se gli va di lusso - vedrà convocata dopo un paio d'anni.
e come se la paga la causa? va dai sindacati? *grassa risata*
e nel frattempo è senza soldi e senza lavoro, con tutto quel che ne deriva.
e tu, male che ti vada, se perdi la causa al massimo gli devi pagare 6 mesi di stipendio, ma dopo 3/4 anni e sempre se non decidi di ricorrere in appello.
capirai...
oppure puoi sempre chiudere la srl dalla sera alla mattina e aprirne un'altra il giorno dopo che tanto rispondi solo con il capitale sociale.


(A proposito... che fine ha fatto la proposta di Tremonti di far pagare l'Iva solo a pagamento fattura avvenuto?)

doc e missmarple, scusate i toni..., nulla di personale ovviamente, ma l'argomento mi tocca parecchio da vicino Smile
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Messaggio  doc Mer Nov 12, 2008 10:10 pm

Mi pare di capire che su una cosa forse siamo d'accordo il sistema è sbilanciato. Si passa dalla massima rigidità sopra i quindici dipendenti e sui costi del lavoro alla flessibililtà che porta ad un apprendistato che appare incomprensibile perché sembra privo di tutele.
La detassazione degli straordinari io vorrei che fosse un primo passo per ridurre i costi. competere con economie prive di leggi che tutelino il dipendente non deve impedire di pensare ad un sistema più libero. La Legge Biagi contrasta con il nostro sistema che è ingessato.
E' ovvio che chi si trova ad assumere subendo l'invasione dello Stato tramite la burocrazia ed i suoi costi sceglie e trova il punto debole per chi sta dall'altra parte.
Sembra una guerra generazionale chi ha vissuto in un sistema che tutelava fino all'eccesso il dipendente in modo scandaloso (prepensianamenti scandalosi) non vuole e non vorrà cedere al cambiamento ed il sistema accelera dove può. Prima con i Co co co oggi con legge Biagi.
Lo statuto dei lavoratori pensato e tarato sulla grande industria deglia anni sessanta/settanta oggi è altrettanto criminale perché il passo non è più quello della grande industria ma della piccola. Il sistema si è sbriciolato in micro imprese per effetto di quella rigidità.
E il sistema non reggeva nenache il passo della treu perché le due ruote quella lenta e costosa di due generazioni fa non regge il passo ed il passo di corsa è tenuto con la flessibilità della riforma biagi.
se devi produrre 10 ed una ruota produce 2 la seconda va fatta girare per produrre 8.
E così è.

In quanto alla visione oggettiva è impossibile averla. Prendi un pensionato FFSS o Ilva [(per farti due esempi, di quelli che sono stati pensionati a cinquantacinque o cinquant'anni (qualcuno anche quaratacinque)] chiedigli se non si sente un privilegiato.
Oggettivamente ti dirà che no che non gliene frega una cippa delle pensioni di questi trentenni che lui ha lottato per avere quello che ha.



sull'età degli apprendisti ci sarebbe molto da dire.
Io mi sento apprendista ancora oggi a 43 anni, un trentenne è un bambino appena laureato. ovviamente se lo dici si offende.

sulle partite iva sfondi una porta aperta ma il sistema vigeva già all'inizio dei novanta subito dopo tangentopoli che è stata lo spartiacque tra il vecchio ed il vecchio di oggi.
il lavoro nero non è una novità del dopo biagi.

Di quali guasti sociali stiamo parlando? esisteva già tutto prima oggi la legge Biagi è vista come il fumo da chi ha fatto politica garantendo tutto a tutti ed oggi perde i voti di chi non puo più controllare con la burocrazia della clientela e del posto garantito. liberi tutti.

Anche sul livellamento verso il basso potremmo aprire un capitolo politico.
Il livellamento verso il basso è coltivato dalla troppa regolamentazione dalla burocrazia. E sempre stato così.
Non considero i dipendenti dei fannulloni in automatico. Ma chi ha la responsabilità di un'azienda o iniziativa privata ha il dovere di tutelarla come patrimonio di tutti.
non ho scritto che il dipendente è fannullone e parassita e non lo penso anche io sono stato dipendente (ma con partita iva e senza tutele).
Quello che tu definisci contratto capestro a me pare un contratto prudente.
Per le imprese esistono anche le penali che possono portare al fallimento.

il far west sotto i 15 dipendenti è dovuto alle due ruote quella da due e quella da otto. Sotto i quindici sei in quella da 8.



[b](A proposito... che fine ha fatto la proposta di Tremonti di far pagare l'Iva solo a pagamento fattura avvenuto?)

già bella domanda.


Per i toni va bene, facciamo contento anche Carletto.
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