Allenaze politiche.

Per quanto in politica i rapporti personali siano sempre secondari rispetto al'interesse di parte esistono sostanziali differenze tra le alleanze ed alleati a destra e a sinistra.
Tra Bossi e Berlusconi esiste anche una solida amicizia personale, ed essendo entrambi dei politici atipici e pragmatici le differenze possono solo riguardare non le cose da fare ma i tempi di attuazione.
Fini è di fatto marginalizzato, usando verso di lui la politica del promuovere e rimuovere, del resto lo svuotamento di AN nel PdL è un fatto che parte più dal basso che dal vertice.
Per questo Fini, che ha sempre avuto la supponenza del politico senza averne le capacità, cerca un riflesso di immagine attraverso l'autopubblicizzazione. In effetti , installato da Almirante al vertice dell'ex MSI contrariamente ai voleri della base militante, non ha mai brillato per capacità limiandosi a gestire gli avvenimenti e a vivacchiare sugli errori altrui.Un MSI che aveva un potenziale del 15% nel 1994 è oggi una AN col 12%, decisamente non un succeso.
A sinistra invece vi è una antipatia personale tra Veltroni e DiPietro, una sostanziale differenza di impostazione culturale ( anche se cultura per l'IdV è una parolaccia) ed una distanza politica (Di Pietro è un populistaa/qualunquista) che traspare anche durante le forzate allenze.
In quanto a Veltroni è un bluff da sempre, e prima o poi le carte si vedono, i bluff si scoprono ed il vuoto programmatico e politico appare evidente anche ai suoi potenziali elettori.
Il futuro? A destra si rafforzerà il partito guida di centro moderato con un forte alleato nella Lega (padrona nelle sue zone come lo fu la CDU tedesca in Germania) e allenze locali o nazionali con i partiti minori di centro/destra che vorranno mantenere una loro autonomia.
A sinistra dovranno forzatamente ricostruire una alternativa su posizioni più social/comuniste e Di Pietro resterà come un invitato di pietra in attesa che berlusconi passi. A quel punto scommetterei su una allenza col centrodestra