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ogni tanto la Palomba si incazza.

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zorababela
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Messaggio  zorababela Mar Nov 11, 2008 3:57 pm

PALOMBELLI UNIVERSITY - CARO WALTER, Tagliare è necessario, anche con durezza. dobbiamo dimenticarci le classi di tre o quattro studenti, le baronie moltiplicate, le università arrampicate ovunque ci sia un politico che la pretende…

Barbara Palombelli per "Il Riformista"

Caro direttore, in seguito al mio articolo sul Riformista del 30 ottobre, il segretario del Partito democratico Walter Veltroni ha avuto la cortesia di inviarmi "Le 10 proposte sul futuro dell'università Italiana" redatte dai suoi esperti. Purtroppo, però, al di là delle buone intenzioni e della buona volontà per migliorare i concorsi, le carriere, la selezione dei docenti e dei borsisti, la remunerazione e mobilità, non vi ho trovato quello che speravo: il Futuro. O forse, per uno scherzo del burocratese politico, era nascosto nella selva dei propositi.

Chi scrive - diversamente dal segretario del Pd e da un buon numero dei dirigenti di quel partito - si è laureata e ha tenuto diversi seminari, in passato, presso l'Università statale di Roma. Dirò di più: all'interno della facoltà di Lettere ho trovato il mio futuro, grazie alla vita universitaria - un tempo frizzante e stimolante, completa di tutti i contenuti necessari per la crescita intellettuale e la promozione sociale di una ragazza nata negli anni Cinquanta. Voglio essere chiarissima: chi arrivava, da ogni parte d'Italia, anche senza una lira, perfino se era come me studente-lavoratore, se si impegnava davvero usciva con una preparazione utile ad affrontare il mondo dei concorsi e della società italiana degli anni Settanta.
Mariastella Gelmini

Forse, eravamo l'ultima generazione del dopoguerra che avrebbe ottenuto - dal servizio pubblico scolastico e universitario - tutto il bagaglio utile e anche qualcosina in più, per battersi a viso aperto nello scontro eterno della vita. I nostri ragazzi - quelli dell'Onda - sono nati negli Ottanta, e fra poco arriveranno i più giovani, cresciuti con il telefonino e il biberon, con il Pc e l'iPod al posto del libro Cuore e di Pinocchio.

Se vogliamo offrire loro l'equivalente di quanto ottenemmo noi trenta anni fa, dobbiamo davvero immaginare un futuro diverso da quello elencato nelle paginette che un gentile autista mi ha recapitato a casa dieci giorni fa. Per difendere sul serio - e da sinistra - il Sapere come Servizio Pubblico Essenziale, dobbiamo dimenticarci le classi di tre o quattro studenti, le baronie moltiplicate, le università arrampicate ovunque ci sia un politico che la pretende, i corsi che spaccano in mille una letteratura e in cento un decennio di storia... e chiudere per sempre i decentramenti impossibili.

Quello non è servizio ai cittadini, quello è spreco di energie collettive. Dobbiamo raccogliere la sfida della coalizione di centrodestra e rilanciare, riaprire, moltiplicare gli spazi pubblici della conoscenza. Futuro è un'università disponibile 365 giorni all'anno, sette giorni su sette, accessibile anche di notte. Un'idea folle? Macché. Salvatore Settis, direttore della Scuola Normale di Pisa, tiene aperto il Palazzo dei Cavalieri anche a Natale, anche a Ferragosto, 24 ore su 24, per la gioia dei ricercatori di tutto il mondo. E la biblioteca là funziona sei giorni su sette, dalle 9 alle 20.

Come avviene ad Harvard e a Los Angeles, ma a Pisa siamo nel servizio pubblico statale inteso al suo massimo livello. Futuro è un'università che chiede al governo e alla Rai spazi televisivi e radiofonici, che ottiene di avere un servizio wi-fi gratuito dai grandi concessionari del servizio telefonico, un'università che pensa ai suoi contenuti e, grazie alle web-cam, consente di scaricare su iPod le lezioni anche a chi non può frequentare per lavoro.
Barbara Palombelli

Tutto ciò si può ottenere alla condizione, ovvia, di tagliare le mille elemosine che la radiografia spietata di questi giorni ha messo in luce e portato all'attenzione di tutti noi. Futuro è immaginare di riaprire i grandi teatri e sale cinematografiche pubblici in orari non commerciali - affidando, come era fino a vent'anni fa, agli studenti la gestione degli spazi e degli spettacoli a costo zero. Futuro è vedere il proprio professore - con la realtà virtuale e gli ologrammi è già possibile da anni - replicare una conferenza all'infinito ed offrirne il film a platee più larghe, come quelle che affollano i festival di matematica, filosofia, letteratura, in grado di catalizzare sponsor ed entusiasmi per ora limitati alle pur cospicue migliaia di spettatori di eventi simili.

Studenti lavoratori, ragazzi diversamente abili, persone che a vario titolo intendono rimettersi a studiare: l'attuale popolazione universitaria è decimata dal non-utilizzo dall'esterno di quello che dovrebbe essere lo spazio più aperto del Paese. La domanda di sapere è immensa e crescente - e purtroppo costantemente inevasa - ma è un errore limitarla a coloro che cercano affannosamente un titolo di studio (è qui che dobbiamo sfidare il liberismo nostrano, che - non frequentando molto studi internazionali - immagina e vorrebbe tante piccole isole riservate alle élites). Il patrimonio degli atenei italiani - nonostante i tanti errori della politica - è prezioso e ancora intatto, spesso superiore a quelli verso cui si fugge per provincialismo, ma va difeso con forza.

Tagliare è necessario, anche con durezza. Sono troppe le situazioni indifendibili. Bisogna però subito incoraggiare famiglie e studenti: con case accessibili, affitti defiscalizzati per i proprietari, prestiti ventennali ai ragazzi con buoni voti alla maturità, che li responsabilizzino mettendoli in grado di scegliere le facoltà migliori, smettendo di offrire assegni e borse di studio pietose che costringono alla fame o alla rinuncia. Se non si allarga la platea degli utenti ai migliori di tutti i ceti sociali, e questo è più vero in tempi di crisi economica, un servizio pubblico essenziale come l'università rischia davvero di apparire soltanto un costo da sforbiciare qua e là...
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Messaggio  Fast Mar Nov 11, 2008 4:04 pm

Altro articolo controccorrente: Pirani su repubblica.
La Riforma Gelmini è necessaria.
Non tutti vogliono passare per stupidi.
Una proposta, sempre di Pirani, interesante: Abolire il quinto anno, diplomarsi a 17 come in tutta Europa.
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Messaggio  Chiara Mar Nov 11, 2008 6:15 pm

Sia lode alla Palombelli.
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Messaggio  Malcolm Mar Nov 11, 2008 7:00 pm

Come avviene ad Harvard e a Los Angeles, ma a Pisa siamo nel servizio pubblico statale inteso al suo massimo livello. Futuro è un'università che chiede al governo e alla Rai spazi televisivi e radiofonici, che ottiene di avere un servizio wi-fi gratuito dai grandi concessionari del servizio telefonico, un'università che pensa ai suoi contenuti e, grazie alle web-cam, consente di scaricare su iPod le lezioni anche a chi non può frequentare per lavoro.
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La Palombelli con la sua postura, il suo modo di parlare mi fa venire in mente una monaca. Che ora le monache si occupino di problemi di comunicazione e tecnologici a proposito di università è molto in. Ma la forza in questi tempi, il valore, sta nel non parlare...per pudore. Invece facendo dichiarazioni, scrivendo articoli si pensa di essere intelligenti, di dire cose sensate (sensate troppo sensate - direbbe Nietzsche)...si pensa e si vuole essere presenti a ogni costo.
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Messaggio  zorababela Mar Nov 11, 2008 7:31 pm

vale per tutti, non solo per lei.
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Messaggio  drago Dom Nov 16, 2008 4:29 am

La riforma gelmini è una cagata e leva un sacco di soldi alla scuola che invece di fondi ne avrebbe bisogno il doppio o il triplo.

Tutti quelli che appoggiano la gelmini argomentando la scelta coi i mille sprechi o sono ingenui o sono in malafede.

Che cavolo c'entrano i tagli indiscriminati con gli sprechi?????

Vuoi eliminare gli sprechi e le baronie????? Bene, basta un decreto di trenta parole, basta votarlo (e i numeri ci sono) e in tre minuti ecco eliminati gli sprechi.

Esempi :

"I corsi con meno di 50 adesioni sono soppressi"

"tutti i concorsi alla carriera universitaria devono essere pubblici, banditi dal ministero ed effettuati con tests scritti e senza prove orali, le commissioni esaminatrici saranno nominate dal ministero e tenute segrete fino al giorno dell'esame."

Invece, la gelmini, taglia indiscriminatamente tutto, senza scendere nel merito, eh eh eh, troppo facile, così il ministro lo sa fare pure l'ortolano sotto casa mia......

gelmini, ma mi faccia il piacere......

Gattoche spara ogni tanto la Palomba si incazza. Gelmini_maria_stella080508_adn--200x150
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Messaggio  Chiara Mar Nov 18, 2008 12:44 pm

Qualcuno tolga sto cavolo di gatto dal mouse di drago, perfavore.
Peppe, secondo te i corsi del tipo ingegneria nucleare et similia ci arrivano a 50 iscritti?
E per la stessa ragione, non è utile eliminare le scuole elementari e medie delle comunità montane, ad esempio?
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Messaggio  reny54 Mar Nov 18, 2008 4:05 pm

Qualcuno avrebbe giustamente ragione ad obiettare che se non fanno autocritica li accuserei di essere i soliti comunisti, se la fanno è meglio che se ne stiano zitti perchè di danni ne hanno già fatti tanti.
Appunto, meglio che si tacciano che di devastazioni ne hanno già fatte tante.
Solo quando vedrò che prenderanno a sberle, e non adottando il solito sguardo di commiserazione e di autocommiserazione " poverino è un compagno che sbaglia, ma cucciolo guardalo è uno di noi da piccolo, ma poi capirà .... " i soliti imbecilli che si riproducono in serie perchè non sterilizzano mai le madri e/o i padri e non abbattono mai le strutture che consentono la riproduzione e il parto di sempre nuovi imbecilli riprodotti in serie, solo allora forse starò a sentire quelle Palombelli nate, cresciute, vissute arricchite e diventate madri, forse imbecilli anche loro, di figli forse imbecilli, come forse lo sono i loro genitori.
Quelli insomma che alla sindacatocrazia e al fannullismo non si sono mai opposti.
Quelli che ancora adesso innalzano le lodi all' ozio. Ovvio che poi difendono chi lavora, e gli mantiene l' ozio, spingendoli contro a chi deve aprire il portafoglio perchè loro possano oziare e ampliare la loro superiorità morale e intellettuale dedicandosi agli studi da inframmezzare all' ozio.
Anche a Matrix ieri sera c' era un giovane giornalista che diceva cose giuste e guardava con quello sguardo di cui sopra, di commiserazione e di auto commiserazione " cucciolo, guardalo è uno di noi che sbaglia " e cercava di farglielo capire, uina giovane studentessa che andava avanti col solito ritornello : la laurea deve essere garantita a tutti, saranno cavoli miei poi sul lavoro dimostrare quel che valgo.
Non arriva a capire che non la prenderà mai nessuno, a priori, visto che per quel che sa fare se la dovrà formare chi se la prende e che si sentirà magari dire dalla rivoluzionaria in questione che non importa se lei non ha voglia di formarsi perchè si realizzerà sul lavoro.
Quale ? Quello che si inventerà lei ?
Ambè, allora come non detto. Avremo una nuova generazione di nuovi imprenditori su nuovi lavori che andranno a soppiantare i vecchi.
Attendiamo speranzosi queste innovazioni di prodotto e processo.

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