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I frutti dimenticati

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Messaggio  Mi Gio Nov 06, 2008 12:13 pm

di Cristiano Cavina dice dell’amore, della famiglia, della paternità di Cristiano, un trentenne di oggi.
Assieme alla fede, un po’ garibaldina, per un dio tutto personale da interpellare anche per liberarsi da un impaccio, sono i valori antichi che ha assorbito crescendo con una mamma ragazza madre e i nonni. Valori antichi ma vissuti adesso, faticati. Perché in realtà la storia d’amore è alla fine, e sta nascendo un figlio. Perché, poco prima della nascita del figlio, Cristiano conosce il suo padre invisibile, che riappare all’improvviso a sconvolgere un equilibrio costruito negli anni.

Mi piace che le emozioni mi accompagnino nella lettura, pagina dopo pagina. Ma è raro, accade solo se l’autore conquista la mia fiducia. Cristiano Cavina, con I frutti dimenticati più di sempre, ci è riuscito raccontando il travaglio di chi nello stesso momento ha di fronte l’inizio e la fine, della vita e dell’amore. Con parole semplici – ricordi dolci e amari di un’infanzia all’asilo delle orsoline o in colonia – tracciando una catena che inizia nel passato e tende al futuro, ha disegnato il legame che unisce padri e figli. Lo scopre in sé, neo babbo single, quel nodo stretto che non si scioglie, e può regalare così due grandi certezze al suo alter ego: per il figlio lui ci sarà sempre; in ogni giorno della propria vita si può chiedere scusa e smettere di combinare sempre disastri.

I frutti dimenticati è profondo, lieve, allegro, scanzonato, drammaticamente struggente. Ho riso e ho pianto… “un paio di lacrime lentissime”.

Oltre al libro Very Happy leggete anche la recensione di Christian Frascella http://christianfrascella.wordpress.com/2008/11/01/i-frutti-dimenticati-di-cristiano-cavina-maturazione-di-uno-scrittore/
Oggi su Fahrenheit (Radio Tre Rai) alle cinque e mezzo l'intervista all'autore, Cristiano Cavina!
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Messaggio  LACOSA Sab Nov 08, 2008 8:59 pm

Acquistato e letto.
Un gran bel libro.
Accattativillo. cheers cheers cheers cheers cheers cheers
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Messaggio  Mi Sab Nov 08, 2008 9:15 pm

ma allora segui i miei consigli! Iuppi
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Messaggio  LACOSA Sab Nov 08, 2008 9:25 pm

Mi ha scritto:ma allora segui i miei consigli! Iuppi


Rolling Eyes Ovvio. Mi devo o non mi devo formare? Rolling Eyes
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Messaggio  Mi Mar Nov 11, 2008 5:13 pm

Cristiano è stato a Fahrenheit giovedì scorso! Ascoltate l'intervista... con un clic!
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Messaggio  LACOSA Gio Nov 13, 2008 10:26 pm

Mi ha scritto:Cristiano è stato a Fahrenheit giovedì scorso! Ascoltate l'intervista... con un clic!

Ok, grazie. cheers
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Messaggio  doc Ven Nov 14, 2008 1:33 am

Mi ha scritto:di Cristiano Cavina dice dell’amore, della famiglia, della paternità di Cristiano, un trentenne di oggi.
Assieme alla fede, un po’ garibaldina, per un dio tutto personale da interpellare anche per liberarsi da un impaccio, sono i valori antichi che ha assorbito crescendo con una mamma ragazza madre e i nonni. Valori antichi ma vissuti adesso, faticati. Perché in realtà la storia d’amore è alla fine, e sta nascendo un figlio. Perché, poco prima della nascita del figlio, Cristiano conosce il suo padre invisibile, che riappare all’improvviso a sconvolgere un equilibrio costruito negli anni.

Mi piace che le emozioni mi accompagnino nella lettura, pagina dopo pagina. Ma è raro, accade solo se l’autore conquista la mia fiducia. Cristiano Cavina, con I frutti dimenticati più di sempre, ci è riuscito raccontando il travaglio di chi nello stesso momento ha di fronte l’inizio e la fine, della vita e dell’amore. Con parole semplici – ricordi dolci e amari di un’infanzia all’asilo delle orsoline o in colonia – tracciando una catena che inizia nel passato e tende al futuro, ha disegnato il legame che unisce padri e figli. Lo scopre in sé, neo babbo single, quel nodo stretto che non si scioglie, e può regalare così due grandi certezze al suo alter ego: per il figlio lui ci sarà sempre; in ogni giorno della propria vita si può chiedere scusa e smettere di combinare sempre disastri.

I frutti dimenticati è profondo, lieve, allegro, scanzonato, drammaticamente struggente. Ho riso e ho pianto… “un paio di lacrime lentissime”.

Oltre al libro Very Happy leggete anche la recensione di Christian Frascella http://christianfrascella.wordpress.com/2008/11/01/i-frutti-dimenticati-di-cristiano-cavina-maturazione-di-uno-scrittore/
Oggi su Fahrenheit (Radio Tre Rai) alle cinque e mezzo l'intervista all'autore, Cristiano Cavina!


Va bene mi hai convinto. Me lo procuro.

Oltre a questo indicamene un altro.

Grazie
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Messaggio  Malcolm Ven Nov 14, 2008 10:18 am

Dell'intervista mi è piaciuto questo pensiero: "raccontare è un modo per avvicinarsi, per abbracciarsi"
Oggi sono sempre meno i genitori che raccontano delle storie, inventate o no, ai loro figli...perchè l'ora del racconto è stata sostituita dall'ora della televisione.
Ma ci saranno sempre dei narratori (C. Cavina è uno) e anche la televisione può assolvere al compito di narrare (con in più le immagini). La critica alla televisione ha fatto il suo tempo.
Il raccontare, il racconto, ci strappa dal nostro torpore quotidiano e ci fa "sognare".
Il racconto di Cavina - che non ho letto - stando all'intervista - parla tra l'altro di frutti dimenticati, cioè di cose lasciate cadere. Qualche volta anche le persone sono frutti dimenticati. E allora il recupero avviene attraverso la memoria, il ricordare, il raccontare. La nostra società va di corsa e lascia indietro molte cose e uomini. Occorrerebbe rallentare la sua corsa - dare tempo al tempo. Ma non illudiamoci, per ora nessuno lo farà e occorrerà sempre ricordarsi delle cose abbandonate.
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Messaggio  Mi Ven Nov 14, 2008 12:41 pm

doc ha scritto:


Va bene mi hai convinto. Me lo procuro.

Oltre a questo indicamene un altro.

Grazie

Caro doc, un altro di Cristiano Cavina? Se ti piacciono il calcio e i ricordi, Un'ultima stagione da esordienti. Altrimenti il mio preferito dopo I frutti dimenticati, sempre suo, è Nel paese di Tolintesàc. La storia dell'Italia dal dopoguerra raccontata da una nonna al nipotino e ricostruita grazie alle vicende di una famiglia che abita nelle case popolari in un paesino di provincia.

Altrimenti, io ho appena letto Il calore del sangue, di Irène Némirovsky. Mi è entrato nel cuore, subito. Perché come nei tre romanzi di von Keyserling (Il castello di Dumala, L'esperienza amorosa e Onde) che amo per la loro intelligenza e ironia, si può vedere chiaro l'animo umano, attraverso ipocrisie, desideri frustrati, apparenza, nel favoleggiato mondo puro della campagna, tutto di regole non scritte, ma sommamente morale ed etico. In teoria.

Oh, su questo tema, e poi smetto, un romanzo da pugno nello stomaco. Il delitto dei giusti, di André Chamson (Marcos y Marcos, traduzione magistrale dal francese di Francesco Bruno). Una famiglia domina con il suo esempio di rettitudine un intero paese, il patriarca è uomo integerrimo e ammirato, dalla fama di giusto e saggio. Controlla e comanda grazie al rispetto che tutti gli portano, lui il perno, la pietra angolare della propria famiglia e del paese. Non potrà permettersi di lasciare che tutto questo si sgretoli, che crolli tutto il suo mondo per uno scandalo infamante. Non gli resterà che il gesto più estremo. Il delitto più atroce. Ecco, sì, questo te lo consiglio a prescindere da tutto!

Ciao ciao
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Messaggio  Mi Ven Nov 14, 2008 12:49 pm

Malcolm ha scritto:Dell'intervista mi è piaciuto questo pensiero: "raccontare è un modo per avvicinarsi, per abbracciarsi"
Oggi sono sempre meno i genitori che raccontano delle storie, inventate o no, ai loro figli...perchè l'ora del racconto è stata sostituita dall'ora della televisione.
Ma ci saranno sempre dei narratori (C. Cavina è uno) e anche la televisione può assolvere al compito di narrare (con in più le immagini). La critica alla televisione ha fatto il suo tempo.
Il raccontare, il racconto, ci strappa dal nostro torpore quotidiano e ci fa "sognare".
Il racconto di Cavina - che non ho letto - stando all'intervista - parla tra l'altro di frutti dimenticati, cioè di cose lasciate cadere. Qualche volta anche le persone sono frutti dimenticati. E allora il recupero avviene attraverso la memoria, il ricordare, il raccontare. La nostra società va di corsa e lascia indietro molte cose e uomini. Occorrerebbe rallentare la sua corsa - dare tempo al tempo. Ma non illudiamoci, per ora nessuno lo farà e occorrerà sempre ricordarsi delle cose abbandonate.

Da bambina adoravo ascoltare, mi piaceva stare accanto a mio padre che raccontava di quando era ragazzo, stare con mia nonna e le sue amiche, lei faceva l'uncinetto e loro lavoravano a maglia e parlavano e parlavano e le loro parole davano vita a mondi ormai anche miei.
Crescendo, quello che più somigliava a quei momenti era ed è leggere. Sto bene, mi sento meglio quando leggo e torno in quel mondo. Cristiano, e con lui i narratori, sa scrivere come se raccontasse una bella, o brutta, avventura a un amico. Tutto qua. E non mi sembra male!
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Messaggio  Mi Lun Nov 17, 2008 8:24 pm

I frutti dimenticati in corsa come libro del mese a Fahenheit! ...votiamo? Basta scrivere una email con il titolo del romanzo a Fahre@rai.it
Al pc Dài, dài, dài!
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Messaggio  Malcolm Mar Nov 18, 2008 10:55 am

Ma io non ho tempo (nè voglia) di leggere il libro
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Messaggio  Mi Mar Nov 18, 2008 11:02 am

Malcolm ha scritto:Ma io non ho tempo (nè voglia) di leggere il libro

Mi dispiace Cane
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Messaggio  Chiara Mar Nov 18, 2008 12:34 pm

Se lo voto sulla fiducia e poi lo leggo va bene lo stesso?
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Messaggio  Mi Mar Nov 18, 2008 12:50 pm

Chiara ha scritto:Se lo voto sulla fiducia e poi lo leggo va bene lo stesso?

Che tu ti fidi di quanto ho scritto, mi può fare solo piacere. I frutti dimenticati E' DAVVERO UN BEL ROMANZO. Però sarei felice se tu lo leggessi, magari più avanti. Io sarò con la Marcos y Marcos alla fiera di Roma Più libri Più liberi dal 5 all'8 dicembre, se vieni allo stand SCONTO ASSICURATO!
Ciao ciao
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Messaggio  Chiara Mar Nov 18, 2008 1:09 pm

Se tutto va bene per quella data lavorerò in una libreria di Pescara. Perciò sarà facile procurarmelo, ma impossibile venire a Roma. Wink
Ti farò sapere...
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Messaggio  Mi Mar Nov 18, 2008 1:24 pm

Chiara ha scritto:Se tutto va bene per quella data lavorerò in una libreria di Pescara. Perciò sarà facile procurarmelo, ma impossibile venire a Roma. Wink
Ti farò sapere...

Mi raccomando, dimmi che libreria, ci piace chiacchierare con i librai... inviamo anche i libri in omaggio, se abbiamo avuto modo di scoprire i loro gusti! IUPPI Chissà se i proprietari della libreria sono amici della Marcos y Marcos!
Aspetto nuove... buone nuove Razz
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Messaggio  Malcolm Mar Nov 18, 2008 6:40 pm

Le cose abbandonate, dimenticate vanno ricordate perchè riguardano ancora il presente, perchè hanno efficacia ancora nel presente. Dunque erano cose sepolte ingiustamente.
Se invece ci ricordiamo del passato solo per dare sfogo al sentimentalismo allora sarebbe meglio lasciare il passato dov'è e com'è, cioè dissolto.
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Messaggio  doc Gio Gen 08, 2009 9:59 pm

Mi ha scritto:
doc ha scritto:


Va bene mi hai convinto. Me lo procuro.

Oltre a questo indicamene un altro.

Grazie

Caro doc, un altro di Cristiano Cavina? Se ti piacciono il calcio e i ricordi, Un'ultima stagione da esordienti. Altrimenti il mio preferito dopo I frutti dimenticati, sempre suo, è Nel paese di Tolintesàc. La storia dell'Italia dal dopoguerra raccontata da una nonna al nipotino e ricostruita grazie alle vicende di una famiglia che abita nelle case popolari in un paesino di provincia.

Altrimenti, io ho appena letto Il calore del sangue, di Irène Némirovsky. Mi è entrato nel cuore, subito. Perché come nei tre romanzi di von Keyserling (Il castello di Dumala, L'esperienza amorosa e Onde) che amo per la loro intelligenza e ironia, si può vedere chiaro l'animo umano, attraverso ipocrisie, desideri frustrati, apparenza, nel favoleggiato mondo puro della campagna, tutto di regole non scritte, ma sommamente morale ed etico. In teoria.

Oh, su questo tema, e poi smetto, un romanzo da pugno nello stomaco. Il delitto dei giusti, di André Chamson (Marcos y Marcos, traduzione magistrale dal francese di Francesco Bruno). Una famiglia domina con il suo esempio di rettitudine un intero paese, il patriarca è uomo integerrimo e ammirato, dalla fama di giusto e saggio. Controlla e comanda grazie al rispetto che tutti gli portano, lui il perno, la pietra angolare della propria famiglia e del paese. Non potrà permettersi di lasciare che tutto questo si sgretoli, che crolli tutto il suo mondo per uno scandalo infamante. Non gli resterà che il gesto più estremo. Il delitto più atroce. Ecco, sì, questo te lo consiglio a prescindere da tutto!

Ciao ciao


Hey Mi.
Ho letto il calore del sangue. Molto divertente. Conosco un po la società contadin/borghese/vitivinicola della campagna di Borgogna, (causa parenti) e girerò il libro in terra francese.
Si offenderanno, sono più permalosi dei siciliani.
Essendo poi io piemontese conosco molto bene la campagna vitivinicol/alcolica/piemontese che a me pare vada parallela con la prima.
Falsa e cortese?
Un bel quadretto.
Grazie.
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Messaggio  Mi Ven Gen 09, 2009 1:16 pm

doc ha scritto:


Hey Mi.
Ho letto il calore del sangue. Molto divertente. Conosco un po la società contadin/borghese/vitivinicola della campagna di Borgogna, (causa parenti) e girerò il libro in terra francese.
Si offenderanno, sono più permalosi dei siciliani.
Essendo poi io piemontese conosco molto bene la campagna vitivinicol/alcolica/piemontese che a me pare vada parallela con la prima.
Falsa e cortese?
Un bel quadretto.
Grazie.

Un piacere, doc!, e alla prossima lettura.
Io conosco il mondo dei piccoli centri postindustriali delle Marche montefeltresche... mmmm, tanta ipocrisia e molta apparenza.
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Messaggio  LACOSA Ven Feb 27, 2009 1:50 am

Me lo hanno regalato. E' favoloso. L'ho letto durante i miei viaggi in treno. alien
Voglio conoscere l'autore. Desidero diventi il mio biografo, ovviamente sotto mia dettatura, positivissima. Twisted Evil
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